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Migrante ucciso in Calabria: arrestato un 43enne

I braccianti chiedono giustizia

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Dopo le prime indagini, sembra che il presunto colpevole dell'omicidio di Soumayla Sacko: un 43enne è stato arrestato. Se le analisi sui colpi su possibili ritrovamenti di polvere da arma da fuoco verranno ristrovati sull'indagato scatta l'arresto.

Succede in Calabria, nella tendopoli di San Ferdinando. Una sparatoria avvenuta sabato sera tra la provincia di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria. La vittima è un 30enne cittadino del Mali attivista sindacale dell'Usb. Un morto e due feriti: una delle due vittime, racconta "Stavamo raccogliendo delle lamiere quando si è fermata una Fiat Panda bianca vecchio modello ed è sceso un uomo con un fucile che ci ha sparato contro 4 volte".

I colpi di fucile sono stati sparati lungo la strada statale 18, vicino al bivio di Calimera: una frazione del comune di San Calogero (VV) quasi al confine con il territorio di Rosarno (RC). In particolare, la località si chiama Ex Fornace. I tre feriti sono stati soccorsi dal 118, poi il 30enne è morto nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Reggio Calabria. Sarebbe stato raggiunto alla testa da un colpo di fucile caricato a pallettoni.

L'indagato è stato sottoposto allo Stub l'esame per accertare la presenza di residui da sparo sulle mani e sui vestiti. I risultati saranno disponibili nei prossimi giorni.

L'indagato è il nipote di uno dei soci della società proprietaria della ex fornace in cui è avvenuto il delitto. Si tratta di un italiano di 43 anni. A lui gli investigatori erano risaliti già poche ore dopo il delitto. Dopo avere sentito la testimonianza dei due feriti, all'uomo sono stati sequestrati i vestiti e l'auto bianca, descritta dai due cittadini del Mali.

Intato, nella tendopoli a San Ferdinando, la situazione si è tranquillizzata, dopo il corteo di giustizia del 4 giugno. Conclusa la manifestazione, i connazionali di Soumayla che avevano dato vita alla protesta sono rientrati nella baraccopoli e oggi hanno ripreso a lavorare nei campi per paghe da 20-25 euro al giorno. L'area resta presidiata dalle forze dell'ordine, ma allo stato non vi sono segnali di altre proteste.

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