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Primarie Usa, ancora Super Trump e Super Hillary

Dominio assoluto negli Stati al centro della consultazione

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L’aria di New York a Trump fa bene.

Lo rigenera, lo fa ripartire alla grande. E chissà se il leader leghista Matteo Salvini non sia riuscito a beneficiare di un po’ di quel tocco midiaco del Trump post-voto newyorkese durante la visita-tributo fatta, lunedì scorso, al Grande Mattatore delle primarie repubblicane

Da parte di Trump l’augurio carino non è mancato: “Saluto il prossimo presidente del Consiglio italiano”. Peccato solo che non si fosse nella Grande Mela, bensì a Philadelphia. Ma è un dettaglio: con i Queens nel cuore e nella testa il miliardario nato costruttore ha fatto breccia nelle emozioni degli abitanti della città della Pennsylvania. E non solo nelle loro: Chioma biondo birra ha conquistato tutti, nell’ultima tappa delle primarie presidenziali datata 26 aprile.

Tutti: gli elettori della Pennsylvania, come detto, così come quelli del Connecticut, del Delaware, del Maryland e del Rhode Island. E con che cifre:   60% in Delaware, 56% in Pennsylvania,  un punto percentuale in più in Connecticut, 54% in Maryland, e in Rhode Island addirittura +2 punti sulla vittoria di New  York, 63%.  Centocinque delegati in entrata, per un totale di 950 (gliene mancano 287 per la consacrazione finale): e Cruz? Umiliato dappertutto, con percentuali tali da aggiungere al suo saldo di 559 delegati una sola unità in più.

Anche sul fronte democratico gli effetti dell’aria di New York hanno continuato ad apportare benefici al candidato che a New York è riuscito ad imporsi: parliamo, naturalmente di Iron Hillary, che non ha fatto proprio l’en plein come il collega-rivale Trump, a quasi. Al competitore Sanders, infatti, a questo giro  la Clinton ha “concesso” la vittoria soltanto  nel Rhode Island, dove il senatore del Vermont ha ottenuto il 55% dei voti. Il resto è stato un filotto dell’ex segretario di Stato: Connecticut (51%), Delaware (59,8%), Maryland (63%) e Pennsylvania (55,6%). Sono ora 2159 i delegati su cui Hillary può contare, e deve guadagnarne altri 224 per centrare la sudata nomination. Sanders insegue con dignitoso distacco, a quota 1370

Prossima tappa, per repubblicani e democratici, il 3 maggio, in Indiana.

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