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Isis, quando il boia è un under 21

Studente inglese decollatore per lo Stato islamico

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Gli appassionati della rivoluzione francese sanno bene che, all’epoca del Terrore, ben più feroce del ferocissimo Robespierre era il suo braccio destro Saint Just, che all’epoca in cui occupava i banchi del Parlamento rivoluzionario svolgendo il ruolo del sanguinario estremista, non aveva più di ventiquattro-venticinque anni. Anche l’Isis può dire di aver arruolato nuove leve, in Asia e nel resto del mondo, che, a dispetto della giovane età, per crudeltà fanatica possono dirsi seconde solo ai grandi capi del movimento.
A sentire il Daily Mail del 17 novembre, non è altri che un giovane universitario, cittadino britannico, lo spietato macellaio che il 16 novembre ha eseguito la condanna a morte di diciassette soldati siriani catturati dai commilitoni dello Stato islamico. Si chiama Muthana, è uno studente di medicina ed ha appena vent’anni, praticamente quattro in meno di quanti ne avesse Saint Just quando divenne parlamentare: a riconoscerlo sotto la nera tonaca del boia è stato il padre, in un filmato trasmesso su Youtube. Muthana è uno dei tanti ragazzi della gioventù islamico-britannica che potrebbero aver aderito all’Isis accostandosi ad associazioni di copertura, il cui vero scopo era in realtà proprio quello di raccogliere adepti: si tratta nella maggior parte dei casi di enti insospettabili, come quei cinquantacinque a scopo benefico su cui il governo di Londra sta cominciando ad indagare.
Al fianco del ventenne, ad eseguire la mattanza siriana  c’erano altri due colleghi provenienti dalla Francia e quello che si può definire l’arciboia. il famigerato “Johnny” dall’anglofono accento. L’uomo che si era già incaricato di giustiziare Foley e Sotloff ha firmato la decapitazione anche del terzo americano finito nelle mani dello Stato islamico, il cooperante Peter Kassig (senza dimenticare che sotto la sua lama erano finiti anche i britannici Haines ed Henning). “Pura malvagità” o, a seconda delle versioni, “male assoluto”: sono le parole utilizzate dal presidente Obama per commentare quest’ultima esecuzione, che egli considera un punto di non ritorno nella crudeltà dell’Isis.

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