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Il Chianti Classico compie 300 anni e si candida a patrimonio dell’Unesco

Il 24 settembre 1716 il bando di Cosimo III delimitava le zone di produzione di uno dei vini tra i più apprezzati al mondo.

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A Firenze oggi si celebrano i 300 anni dalla presentazione del bando del 1716, a opera del granduca Cosimo III de' Medici, con il quale vennero delimitate le zone di produzione vincola del Chianti che oggi corrispondono ai territori del Chianti Classico, del Pomino (Chianti Rufina), del Valdarno di Sopra e di Carmignano. Il bando costituisce una sorta di Docg e costituisce il primo esempio di delimitazione di una zona di origine dei vini in Italia.
In mattinata in Palazzo Vecchio si è tenuta una cerimonia alla quale hanno partecipato i presidenti dei quattro consorzi.
La storia di questo territorio, del vino con il suo terroir è, e sarà, fondamentale per il suo futuro anche in termini di mercato. “Adesso molti paesi fanno ottimi vini – ha spiegato nella sua introduzione Zeffiro Ciuffoletti – ma a loro manca la storia, quel fascino antico che fa ancora preferire il Chianti e sul quale è necessario continuare a puntare”.

“Abbiamo coniato lo slogan ‘300 anni e nemmeno una penna bianca’ – ha ricordato Zingarelli – riferendoci al simbolo del Gallo nero che contraddistingue il consorzio del Chianti Classico da quando nacque nel 1924. Ci sentiamo ancora molto giovani e molto propositivi. Per questo negli ultimi anni abbiamo portato modifiche importanti al nostro disciplinare e introducendo una nuova categoria al vertice del Chianti classico: la Gran selezione, che sta andando molto bene sui mercati. Il Gallo nero diventa così sempre più un elemento di differenziazione rispetto agli altri territori italiani”. Ma, ha detto ancora Zingarelli, “non ci fermiamo qui e oggi presenteremo ufficialmente anche la candidatura del nostro territorio a patrimonio Unesco dell’umanità, e la costituzione di un distretto rurale del Chianti”. Cosa che avverrà oggi pomeriggio alle 18 nel corso dell'incontro su "Il futuro del Chianti Classico" con il ministro Maurizio Martina.

Negli ultimi cinque anni, il Chianti Classico ha segnato una crescita complessiva del 35% nelle vendite a livello globale. Sul fronte dei mercati gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per il Gallo nero, assorbendo circa il 31% delle vendite totali, seguiti dall’Italia al 20%, dalla Germania con il 12%, dal Canada con il 10%, da Regno Unito con il 5%, dai Paesi Scandinavi, Svizzera e Giappone al 4%, da Benelux, Cina e Hong Kong al 3%, e infine dalla Russia con l’1%. “Siamo molto soddisfatti dell’andamento del mercato – ha sottolineato Zingarelli – un risultato che premia il lungo lavoro di rilancio della denominazione svolto negli ultimi anni e culminato con l’introduzione della Gran selezione, che oggi rappresenta circa il 4% delle vendite dei vini del Gallo Nero. Un grande vino che ha qualificato ulteriormente la nostra denominazione e che ha già riscosso successi di critica e che in breve tempo si è posizionato nella sfera delle eccellenze enologiche mondiali”.

Al trend positivo del Chianti Classico deve essere abbinata anche una maggiore diffusione dei vini delle altre DOCG, alcune molto giovani come quelle del Valdarno di Sopra costituita appena 5 anni fa, che sono ancora apprezzate soprattutto da un pubblico specializzato.
“Dobbiamo lavorare meglio affinché il mercato, sia quello italiano che quello estero, possa conoscere meglio i vini degli altri Consorzi”, ha spiegato Stefano Ciuoffo assessore alle attività produttive della Regione Toscana durante il suo intervento nel corso della cerimonia.
 

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