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Carmen Madio: “Benessere a tavola? Un’abitudine che non ha vacanze!”

Mangiare bene tutto l’anno per godersi le “eccezioni”

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Ortoressia.

Ha qualcosa a che fare con l’ortodossia, ma nel campo dell’alimentazione: letteralmente significa “corretto appetito”, ma si può anche definire come “educazione che porta ad incanalare correttamente lo stimolo dell’appetito a tavola”. Se ci si pensa, è l’ossessione – nonché il feticcio – della nostra epoca di salutismo, ma anche e soprattutto di senso di colpa salutista. Ė vero, siamo in tempi di crisi economica, e questo potrebbe aiutarci a riflettere – almeno un po’ – sugli eccessi dei periodi di vacche ( e pance) grasse; se non che quella cultura del benessere, che ha portato le ultime quattro-cinque generazioni a perdersi nel consumismo, le ha anche inevitabilmente programmate a considerare ciò che è nutrizionalmente insano come profondamente normale.

Per cambiare in meglio basterebbe poco, però: magari un po’ di buon senso e accettare di rifugiarsi in qualche solido riferimento familiare (se c’è: ma in un paese come l’Italia, dove si è sempre mangiato bene, non può non esserci). Oppure – se assolutamente si deve pescare fuori dal  proprio habitat – si può sempre valutare il parere di qualche buon medico, specialista nel settore. Ma può una civiltà degli eccessi non cercare il di più anche nelle soluzioni? E allora, meglio sentire prima di tutto i grandi guru, i maestri di meditazione fisio-psicologica, i life coach (fededegni o impostori), i super-cuochi, persino i forzati della forma aerobica e dell’allenamento sportivo, e poi, soltanto poi, volgersi a quelli che hanno studiato davvero la materia. Risultato? Parecchie di queste persone alla fine dicono le stesse cose – ma proprio le stesse – che potrebbe dire un solido esperto nel campo, magari solo con più fronzoli. In pratica – come è noto – tutto ruota intorno alla verdura, quel benedetto elemento-elisir da combinare, come in una formula magica, sia alle proteine che ai carboidrati. Facciamocela piacere, la verdura, perché la speranza di lunga vita, in fondo, sta lì: nel ricordarsi di mettere una certa quantità di (benzina) verde nei pasti di ogni giorno. Il tutto innaffiato da tanta acqua

Di questo principio è convinta anche – e come potrebbe non esserlo? – la dottoressa Carmen Madio, una che la sa lunga sul significato biologico dell’alimentazione.  Ma anche sui suoi risvolti psicologici: a Milano e nell’area metropolitana, infatti, dove opera, così come nel Bergamasco, oltre a fornire consulti individuali in studio, presta regolarmente le sue competenze in ospedale, dove si occupa di veri e propri “casi alimentari” di varia umanità ( collegati per la maggior parte a situazioni patologiche impegnative, in primis il Parkinson). Abbiamo approfittato della sua variegata e multiforme esperienza nell’applicare un habitus alimentare alle tipologie di pazienti più diverse per chiederle una tabella di marcia valida per tutti coloro che “pazienti” non sono (anche se tutti in teoria lo siamo o potremmo esserlo). La sua risposta è stata semplice ma fondamentale.

Dottoressa, lei ha a che fare quotidianamente con molti onnivori, molti vegetariani, molti vegani e così via. Per tutti trova sempre un buon punto di compromesso tra salute e abitudini personali. Ma lei di che “confessione” è?

Il regime alimentare che seguo è sostanzialmente di tipo mediterraneo (quello che da secoli privilegia senza stress la naturalità del cibo, sia esso di origine animale o vegetale, ndr), con una particolare preferenza per il versante vegetale. Certo, essere mediterranei nel mangiare significa anche e prima di tutto avere un rapporto sereno col cibo, conviviale.

Alimenti di origine vegetale e alimenti di origine animale: chi vince il derby millenario a tavola?

Lo vince l’equilibrio tra questi due mondi, un equilibro stabilito dalla paleo-dieta, il modo di alimentarsi che ha consentito alla nostra specie di uscire dalla preistoria e di attraversare i millenni. Se guarda il menu della paleo-dieta, troverà che si fonda sull’intreccio essenziale tra carne, pesce, verdure e frutta (dal punto di vista delle quantità, comunque, la parte del leone la fanno la frutta e la verdura). Non c’è, invece, in essa, la centralità del latte e dei suoi derivati.

Torniamo al rapporto tra benessere quotidiano e alimentazione. Serenità nei confronti del cibo significa anche abitudine quotidiana in grado di far bene ma senza pesare. Come si vince la “sfida della bilancia” ogni giorno?

La ricetta che mi sento di suggerire non ha nessun segreto miracoloso: se poi vogliamo proprio parlare di segreto, direi che è comunque un segreto sulla bocca di tutti, e quindi alla portata di tutti. Eccolo:
- tanta verdura a pranzo e a cena, cruda, fresca, di stagione e di tutti colori: gli onnivori la possono abbinare agevolmente alla carne, ai legumi e alla pasta, i vegetariani alle uova, per esempio;
- olio extravergine di oliva, crudo (è importante che lo sia); 
- spuntini a base di frutta;
- massima attenzione ai prodotti già pronti;
- acqua, almeno 1.5 litri al giorno.
Inutile aggiungere che è fondamentale variare le scelte e abbinare il tutto ad uno stile di vita che contempli la giusta dose di movimento.

Bisogna quindi sacrificare qualcosa ai grandi appuntamenti alimentari (Natale, Capodanno, Pasqua)?

No, perché potersi godere appieno le eccezioni (cioè appunto le grandi festività, ma anche banchetti particolari) è la prova della validità del proprio schema quotidiano. Come non si correggono gli errori alimentari saltando dei pasti, così rinunciando alle meritate, periodiche gratificazioni semplicemente si mortificherebbe il nostro impegno nutrizionale. Il mio motto, in fondo, è “DE HONESTA VOLUPTATE ET VALITUDINE(campeggia sul suo sito, www.carmenmadio.com, ndr). Quello che voglio dire  è che nel nostro contesto storico-culturale-familiare abbiamo comunque la possibilità di scegliere, tra tante alternative buone, di qualità e non disdicevoli per il palato: sta a noi cercare quelle meno compromettenti per il nostro equilibrio fisico. Il dettaglio rilevante, è che comunemente si guarda all'alimentazione escludendo alcuni pezzi. Per questo per il Natale e le festività non dirò mai "non mangiate questo...evitate quello". Si parla ovunque e tutti i giorni di corretta alimentazione, si cercano cibi magici, diete miracolose. Si inviano messaggi senza dare tutti gli strumenti per la corretta interpretazione a chi non è del settore.

Capito, quindi? Bisogna mangiare in armonia con la natura, possibilmente non da soli, e, sì, ogni tanto anche cedere a qualche debolezza. Purché lo si faccia responsabilmente, però. E perché lo si è programmato.

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