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Nazionale, il giorno dopo l'Apocalisse: tra oggi e domani l'addio di Ventura

Ancelotti e Conte i nomi più titolati, ma il futuro azzurro è avvolto nell'oscurità

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Un naufragio sportivo senza precedenti, che scrive una delle pagine più nere della storia del calcio azzurro. Le incertezze restano, anzi aumentano dopo lo 0-0 con la Svezia che ha infranto i sogni azzurri di andare ai Mondiali di Russia 2018. La certezza invece è una sola: dimissioni o esonero del ct Gian Piero Ventura.

Ieri il commissario tecnico aveva deciso di parlare soltanto a mezzanotte inoltrata, a più di un'ora dal fischio finale, spiegando di essersi fermato negli spogliatoi a salutare e a ringraziare ogni giocatore. Nonostante Ventura in conferenza stampa abbia detto di non conoscere ancora il suo futuro e di attendere un confronto sereno con la Figc, gli indizi parlano chiaro: il suo sarà sicuramente un addio. L'attesa ora è tutta per le comunicazioni ufficiali della Figc: dopo la partita, il presidente Carlo Tavecchio aveva fatto sapere che non avrebbe rilasciato dichiarazioni in serata e che i vertici federali si sarebbero presi 24-48 ore di tempo prima di fare comunicazioni ufficiali.

Il nome forse più gradito alla Figc è quello di Carlo Ancelotti, esonerato a fine settembre dal Bayern Monaco. Il ritorno di Antonio Conte, invece, per ora sembra più una suggestione che una concreta possibilità, nonostante il tecnico salentino abbia fatto intendere di non voler rimanere per molto tempo in Inghilterra. Restano sempre in auge i nomi di Roberto Mancini e Massimiliano Allegri, qualora decidessero di interrompere i loro rispettivi impegni con Zenit San Pietroburgo e Juventus: ma sarebbero soluzioni praticabili solo nel caso che la Figc decidesse di chiamare sulla panchina azzurra un traghettatore da utilizzare fino all'estate.

Un terremoto devastante, che obbliga a ricostruire dalle macerie. L'Italia non parteciperà al Mondiale dopo 60 anni: un fallimento anche in termini economici, poiché con la mancata partecipazione alla massima competizione calcistica la Federcalcio deve rinunciare a un introito di ben 25 milioni di euro tra proventi Fifa, diritti tv e sponsor. Una cifra che costituisce il 15% circa dell'intero bilancio di 150 milioni, sul quale pesava già il dimezzamento dei contributi pubblici del Coni. Un sisma che coinvolge gi stessi vertici federali. su tutti Tavecchio, le cui dimissioni sarebbero auspicabili dopo i clamorosi insuccessi della sua gestione.

E con l'addio di Buffon, Barzagli e De Rossi, i "senatori" capaci di conquistare il Mondiale 2006 (con Chiellini che si è detto incerto sul suo futuro), la Nazionale dovrà rinunciare anche a quelli che da anni erano i suoi punti fermi, le sue fondamenta dentro e fuori dal campo. In attesa di capire come si muoverà la Figc per ridare finalmente linfa all'intero movimento calcistico italiano dopo l'ultimo terribile fallimento, per ora non sembra intravedersi neanche uno spiraglio di luce nella totale oscurità che avvolge il presente e il futuro azzurro

 

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