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Copacabana, occhi aperti

Una spiaggia da vivere

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Non commettere l’errore di fartela tutta a piedi all’ora di pranzo. L’orizzonte inganna, è molto più lunga di quello che sembra. La spiaggia più importante di Rio e del Brasile ti strizza l’occhiolino e ti invita come una sirena, ma appena ti sembra di calpestare l’ultimo granello di sabbia non è ancora finita.
Copacabana non è il nome di un cocktail, ma un arenile che trasuda bellezze, tropicalismo e business. Arrivarci è facile, con il metro, un taxi abusivo e o anche in autobus se hai il coraggio di incunearti nella fitta selva di braccia che rendono l’omnibus (mai parola fu cosi sintomatica)un luogo adatto solo agli esperti di arrampicata. La vista è davvero mozzafiato, per chi ama e conosce il mare della Sardegna è come se lo spazio si moltiplicasse all’infinito. Frenato solo dai grattacieli a picco sul mare, come li avevi visti solo nelle cartoline. Poco prima di metterci piede ero rimasto choccato da una notizia apparsa su tutti i giornali, in occasione del primo caldo primaverile  un efficiente stuolo di baldi giovani aveva deciso di alleggerire i primi bagnanti di ogni oggetto personale, lasciandoli praticamente in mutandine, dove in realtà non serve altro.
Evidente che anche se ci sono andato di mercoledi, quando la gente del posto dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) lavorare, le mie misure di sicurezza erano superiori a quelle di un aeroporto israeliano. Praticamente nulla in mano, tutto addosso, nel senso di appiccicato agli indumenti personali e vestito come un carioca. E’ bastato per passeggiare scalzo sul bagnasciuga dell’Atlantico, dove l’acqua è fresca come una birra a ferragosto, e non è cristallina. Però è diversamente bella, perché tonificante, rigenerante, capace di annientare la sensazione di soffocamento che Rio regala nel mezzogiorno di fuoco. E la spiaggia offre ogni servizio, dalla doccia a getto continuo, gratuita, alimentata da motorini rumorosi ma assolutamente indispensabili, agli attrezzi per fare ginnastica all’aperto. Che dice Carlos, la mia guida brasiliana, sarebbero riservati alle persone più anziane, ma invitano al fitness anche il più pigro. A Copacabana puoi scoprire l’ultimo talento calcistico, puoi fare amicizia con la barista.Se non ti accontenti, può alzare lo sguardo e vedere in lontananza la statua del cristo Redentore che campeggia su Rio. Se vuoi godertela da lontano, basta salire sul trenino del Corcovado e ammirare quella sterminata linea bianca che divide l'oceano dai predios giganti come colonne d'Ercole.
Siete ansiosi di sapere  come è la fauna locale? Ebbene sì, Copacabana è un pullulare di bundas e peitos  per tutti i gusti, bianche ,nere, mulatte e con gli occhi a mandorla, che fanno sport, o prendono semplicemente il sole, avvolte e brillanti di creme solari. Capaci di stordire come le  pietanze dei chioschi sparsi nei 4 km di spiaggia  e identificati con nomi e numeri. Se non vuoi sbagliare, arriva alla fine e ordina una razione di gamberetti con cerveza, ti godi lo spettacolo e ti senti veramente uno di loro.

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